venerdì 26 dicembre 2008

Lectura Dantis - Foto.

Ecco alcune delle foto scattate alla Lectura Dantis del 18 Dicembre 2008 nell'Aula Magna del Giulio Cesare.

martedì 16 dicembre 2008

Lectura Dantis

Evento: Giovedì 18 dicembre 2008, dalle ore 16:00, Pino Ligotti sarà ospite nell'aula magna del liceo classico Giulio Cesare (in corso Trieste) per una lectura dantis e per presentare il suo romanzo, "I numeri del fuoco". Accorrete numerosi!

sabato 15 novembre 2008

Il mio romanzo 'I NUMERI DEL FUOCO'

è acquistabile
presso Arion o Feltrinelli (anche, soprattutto, online) o Rinascita.
Conto sul passaparola.
E che per Natale ne regaliate più copie.
Quarta di copertina:
Una telefonata dall'aldilà salva l'archeologo Leon Gil da un disastro aereo. Leon sta pubblicando un libro sull'incendio di Roma del 64 d.C.
Per dimostrare che l'incendiario non fu Nerone, come si crede, ma il prefetto del pretorio Tigellino. Intanto, strani incendi vengono appiccati per il centro di Roma, mentre le misteriose telefonate dall'aldilà continuano.
Leon si ritrova al centro di un incubo, tanto da sospettare l'assurdo: il ritorno di Tigellino e dei suoi pretoriani.
Fra inseguimenti, flashback, sparatorie, schermaglie dialettiche, interventi di vecchie e nuove mafie fra Roma e la costa del Trapanese, si arriva al colpo di scena finale, anzi ai colpi di scena.
In appendice Il romanzo di Tigellino.
Una curiosità sorprendente...
Per anni ho pensato scherzosamente di essere la reincarnazione di Tigellino. Intendiamoci: io non credo a queste cose. Ma che ti vengo a scoprire giusto un mese dopo la pubblicazione del romanzo?
Che l'anagramma di PINO ELIO LIGOTTI
è esattamente
IO: TIGELLINO TIPO
Da non credere...

venerdì 14 novembre 2008

Mio omaggio in rima dantesca a Fabrizio De André

Non sei sepolto in un campo di grano.
Bello è pensarti polline fra dossi
dove fecondi rosa e tulipano,

vigile al sole a un coro d’ombre e fossi
a un raggio d’api a una dissolvenza
dei tuoi mille papaveri, i più rossi…
…………………………………...
Tutti morimmo a stento con l’arsiccio
d’un desiderio mai salpato. Vasto
è il mare. E l’ansia è questo porto riccio,

questo essere diversi per contrasto
col mondo che bonaccia rende bava
questo dissidio fra il mondo ch’è guasto

e un ritmo leggerissimo di giava.
La città vecchia, il vecchio professore
che finge la sua notte notte brava…
………………………………
Il ricordo del padre. Un giorno avresti
detto: Non so né dove o come o quando
ma vorrei rivederne gli occhi i gesti

e il sorriso. Utopia di contrabbando
e, se utopia mai fosse, tu magari
la nutrivi eversiva calcolando

di spiazzare per giunta i calendari
del potere. Lui, se ricicla tutto:
bombe sbadigli borghesucci vari,

nulla può col fantastico che è frutto
d’un desidero estremo e n’è corolla
fuori dal tempo. Quando si fa brutto

poi importante è fuggire dalla folla
televisiva, dal martellamento.
Agli altri sembri snob nelle midolla?

Tu lo sei, perché il gusto è isolamento,
isola del vaquero. La Sardegna.
Isola del sequestro. Dove il vento

dell’Hotel Supramonte arde e consegna
la libertà a banditi pellerossa
figli d’un temporale spaccalegna.

Libertà dolce vino delle ossa
libertà gratis come la tristezza
ha il prezzo amaro d’un riscatto: possa

riscattare la vita e la bassezza
dei veri sequestrati. Non c’è legge
più aspra d’un perdono senza asprezza.

Fu il tuo pedaggio francescano a un gregge
di umanità recinta, ma i relitti,
gli scarti della terra, i fuorilegge,

restavano il tuo mondo, e gli sconfitti
(Marinella, Suzanne). E tu perfino
avevi il segno doc dei santi guitti…
…………………………..
Anime salve, e nomadi che slomba
la vita, quei rifiuti di risacca
abbaglianti e diversi. Un faro piomba

su Princesa. E’ la pecora, è la vacca.
Un maschio alle sue natiche si appende,
ma il cuore travestito di baldracca

squilla di luce e tutto qui si arrende.
Un modo ci deve essere di vivere
senza dolore senza reprimende.

La maggioranza? Sta. Ma non sa scrivere
d’avere in odio l’odio. Ed è un pianeta
che riesce a malapena a sopravvivere

a darsi fiato ossigeno una meta
da inventare. Giriamo a non finire
a vuoto: storia e specchio del poeta

che s’è spiato illudersi, fallire,
ed abortire i figli come i sogni.
Uno specchio di neve ove smentire

la nostalgia ridicola per ogni
passata del ricordo. L’inquietudine
è il meno necessario dei bisogni.

Ma la misura esatta della gratitudine
pota le croci dentro i cimiteri.
Il fiore sacro della solitudine

lo hai coltivato. I mastri giardinieri
ti sono grati. I poeti in assoluto.
Anche quando le viole dei pensieri

sbocciavano all’amore. Ma perduto.

venerdì 31 ottobre 2008

MONOLOGO DEL MINISTRO MARIA STELLA GELMINI

Queste polemiche sul maestro unico sinceramente non le capisco.
L’altro giorno sono andata io personalmente a tenere una lezioncina in una quinta elementare di Tor Bella Monaca e, vi assicuro, ho avuto un grande successo. Ho spiegato a quei bambini, attentissimi, anche un po’ di Latino: ho detto loro che Gemelli in latino si dice Gemini, che è un nome molto vicino a Gelmini, e quindi che siamo ancora sotto l’egìda di Romolo e Rèmolo. Questi bambini sono molto aggiornati: uno di loro mi ha chiesto: Signora maestra, cos’è la pedofilia? E io ho risposto: è quella pratica che prevede pene fino ai 14 anni. Alla fine della lezioncina quell’amore di Birillino per ringraziarmi mi ha donato una mela: io gli ho dato un bacio; ma non ho capito perché Pierino mi ha donato una grossa anguria e aveva gli occhietti assatanati… Però un sospetto ce l’ho: che lui è il capo della contestazione giovanile e vuole farmi un servizietto…
E non capisco nemmeno questa polemica sul ripristino del voto di condotta. Anch’io, da bambina, presi un bel 5 in condotta; non facevo altro che tormentare la mia compagnuccia di banco di nome Sabatino Domenica chiamandola week end.
Questi alunni delle superiori di oggi! Tutti strumentalizzati dalla sinistra… Bisognerebbe prenderli Uno Due e Tre e mandarli entrambi dal Preside.
Non capisco nemmeno i miei colleghi di altri paesi. L’altro giorno si è lamentata con me il Ministro dell’Istruzione mongola, è disperata, le è nato un figlio italioide, e dice che è colpa della mia riforma.
Devo fare una rettifica: io amo i professori meridionali… Sì, vi amo, cari docenti del Sud, tanto che ho deciso di concedermi a voi una volta al mese: sapete quale è l’anagramma di MARIA STELLA GELMINI? Esattamente MI ALLARGATE MENSILI…
Come dite? Mensili da fame… i vostri?
Ne parlerò con l’amico Renato Brunetta… A proposito sapete RENATO BRUNETTA cosa dà anagrammato?
BRUNO ATTRAENTE,
RUTTO TRE BANANE,
TANTA NUBE RETRO, e infine
NANO TURBA RETTE…

Come dite? Cosa volete sapere…? L’anagramma di Silvio Berlusconi… no, questo è troppo rischioso, anche se vi assicuro che è fichissimo, ve lo dirò quando ci incontreremo… Ciao ciao! E aggiornatevi, mi raccomando!

Album di famiglia









































































































Io nel 1947












I miei genitori, 1937

Mio padre nella Regia Marina 1929


























mio bis-nonno Antonino Tesoriere, combattente a Calatafimi 1860
















gruppo di famiglia 1940




mercoledì 22 ottobre 2008

Chi sono...

VERSIONE ETILICA

Mi chiamo Pino Ligotti. Volendo scherzare col mio nome, potrei dire che proviene dal greco antico pìno, ‘io bevo’, e dal volgare ‘lo gotto’, ‘il bicchiere’. Pino Ligotti starebbe dunque per ‘bevo i bicchieri’. Nomen est omen. Confesso: in passato sono stato un alcolista… di poesia. Riconosco cioè di aver ecceduto nell’uso di bevande prima che alcoliche, alcaico-poetiche. Così, stretto fra il metanolo e la metafora, mi è accaduto di favorire pure la vendemmia di qualche editore di strapazzo. Prometto che non lo farò mai più. Per disintossicarmi, di recente mi sono dato alla prosa. Nella stagione furente, dell’ubriacatura poetica, ho vinto i premi Pino-Pinot, Merlo-Merlot, Acrostico di Valdobbiadene, Ropalico d’Alcamo, Anagramma poetico di Silvio B. (da svelare solo in privato).

VERSIONE SEMISERIA
(parzialmente vera)

Giuseppe Elio Ligotti, di origini siciliane e appiotuscolane. Dopo una folgorante quanto effimera carriera da giovane promessa del pallone – interrotta a un passo dal professionismo in seguito a uno sfortunato incidente – ha fatto di tutto. Ex bibliotecario a tempo pieno, ha lavorato come camionista, barman e imbianchino, insegnato lettere classiche, scritto come negro in vari giornali, fatto parte di un quintetto folk sardo-siculo (alla fisarmonica), militato in associazioni semi-clandestine di estrema sinistra, trascorso 28 notti in gattabuia con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale, fondato una compagnia teatrale itinerante e lavorato come stuntman in una dozzina di spaghetti-western del periodo declinante. Nel ’89 rifiuta con sdegno una candidatura al senato con il PCI. Nel ’91, scomparso Sergio Leone, decide di lasciare l’Italia e vive per 7 anni in Venezuela, gestendo una gelateria assieme alla sua quinta moglie, Carla Noela (di 17 anni più giovane). Nel ’99 la sua ossessiva passione per l’azzardo lo porta a finire sul lastrico al casinò di Montecarlo, dove perde tutto in una memorabile nottata di chemin de fer. L’anno dopo torna in Italia e, coi soldi di un benefattore, apre una piccola libreria dove si vendono solo opere antecedenti al 1900. Da anni conduce un’officina di tecnica della poesia e della narrativa nei peggiori licei classici romani.

VERSIONE VERA

Giuseppe Elio Ligotti, di origini siciliane, è nato a Roma nel 1946. Ha insegnato lettere classiche nei licei romani. Ha pubblicato cinque volumi di poesia; l’ultimo, nel 2000, Una Mezza Commedia, poema in terza rima dantesca, è stato adottato nelle scuole. Si sono interessati alla sua produzione, fra gli altri: Luigi Baldacci, Giorgio Bàrberi Squarotti, Eugenio Montale, Paolo Ruffilli, Maria Luisa Spaziani, Pietro Trifone, Cesare Segre.
Ha vinto il Certame Poetico nell’ambito del Festival ‘Roma Letteratura 1994’.
Ha condotto per anni un’officina di tecnica della scrittura in alcuni licei classici romani: ‘Augusto’, ‘Orazio’, ‘Aristofane’, ma, soprattutto, ‘Giulio Cesare’. L’officina del liceo classico ‘Aristofane’ ha vinto il Concorso Nazionale di Poesia per le scuole superiori 2004/2005 - Premio Mario Luzi, risultando praticamente la migliore sul piano nazionale.
È del 2008 il suo primo romanzo I numeri del fuoco (GBM, Messina).